“I sensi dell’accoglienza” è un percorso di integrazione in risposta ad un tema scottante quale quello dell’accoglienza dei richiedenti asilo; il punto di partenza è la convinzione che l’impegno degli enti gestori, nell’attivare il delicato ingranaggio del dialogo fra comunità appartenenti a due culture talvolta molto, diverse riveli la disponibilità e l’attenzione ad inserirsi con competenza e riguardo nel tessuto sociale locale.
In questo senso, servendoci della magia che l’arte teatrale sa creare, abbiamo proposto un progetto, al quale collaborano Acli Arte e Spettacolo e la Cooperativa Sociale La Rosa Blu, che da un lato offre ai beneficiari un’alternativa innovativa di espressione del proprio vissuto traumatico e dall’altro abbia l’ambizione di aprire qualche crepa nel muro dell’ostilità nei confronti dei migranti e possa offrire quindi un’occasione d’incontro e di dialogo fra mondi culturalmente lontani.
Il primo e più importante strumento che vorremmo mettere in campo è “il teatro” con la sua intrinseca capacità di coinvolgere un pubblico composto di persone con estrazione sociale e vissuti differenti e talvolta inconciliabili in un contesto di quotidianità. Utilizzeremo quindi il teatro come una finestra di dialogo tra tutti coloro che aderiranno all’iniziativa.
I cinque sensi stimolati da figure professionali differenti e dagli attori/beneficiari saranno poi i canali attraverso i quali passerà il messaggio di integrazione a cui tende questo progetto. In particolare il tatto che noi abbiamo interpretato con “la sensibilità” verrà sollecitato dalle storie personali che verranno messe in scena dai richiedenti asilo. Si tratterà specificatamente di storie di viaggio che si concentrano nella descrizione dei luoghi e nella ricerca in particolare di un luogo che possa essere familiare, che possa far sentire “casa”. La vista sarà stimolata da una disegnatrice che contestualmente riprodurrà artisticamente le scene narrate. La narrazione sarà accompagnata da alcuni canti popolari nell’intenzione di sollecitare l’udito. Il gusto e l’olfatto saranno poi coinvolti nella parte conclusiva dell’evento in cui organizzeremo una sorta di cena etnica con piatti tipici di diverse cucine. Attraverso le parole, le musiche, le immagini e i cibi dei loro paesi di origine, attori e protagonisti porteranno quindi in scena la ricerca di un luogo in cui ci si sente al sicuro.
Infine in maniera un po’ inusuale e provocatoria vorremmo considerare uno strumento di ricerca anche personale “il dolore”. Riteniamo che il dolore abbia un suo proprio lato positivo: da esso si ricava l’esperienza della profondità, della pienezza della nostra umanità e questo ci connette agli altri e al resto dell’umanità. Con questo spirito vorremmo partire dall’evento doloroso dei beneficiari e trasformarlo in un’occasione di confronto e di dialogo.
Tutto questo troverà un momento preciso di espressione e messa in scena il 4 novembre alle ore 20,30 presso il teatrino delle Suore Francescane di via Cordenons 2 a Padova, quartiere Forcellini: parole, musiche, immagini, convivialità per dirci tutti abitanti di una un’unica casa, di un unico paese