Si è conclusa sabato 17 febbraio 2023 la ventitreesima edizione di Su il Sipario e prima dello spettacolo della Compagnia Arlecchino Morassutti si è svolta la cerimonia di premiazione del testo vincitore dell’ottava edizione di Monologando, concorso per monologhi teatrali inediti.
Il giudizio del pubblico presente durante le varie serate in cui si sono esibiti i finalisti, unitamente a quello della giuria selezionatrice, ha decretato vincitore Luca Carlotto con il testo “Il lago dei cigni” interpretato da Matteo Carlotto. Un lavoro dedicato al tema del bullismo e a quello della fragilità adolescenziale che trova tuttavia un riscatto e nuova forza vitale nell’arte e nell’espressione artistica.
La Direzione artistica del Concorso ha inoltre voluto esprimere una particolare menzione all’intensità interpretativa di Matteo Carlotto che ha saputo rendere al meglio i contenuti del monologo.
Il Presidente di Acli Arte e Spettacolo Gianluca Meis, con la vice Presidente Anna – Rita Di Muro hanno chiamato sul palco anche il Dottor Massimo Morassutti che si è fatto promotore di un premio speciale, nato per celebrare i sessant’anni della Compagnia Arlecchino, e assegnato, anche in questa occasione dal gradimento del pubblico, ad una delle commedie in cartellone.
Ad aggiudicarsi il Premio la Compagnia La Gioiosa con la commedia Il Refolo
Sabato 17 febbraio si conclude la ventitreesima edizione di Su il Sipario. In scena ci sarà la Compagnia Arlecchino Morassutti con la commedia “Che tormenti sti parenti” con la regia di Gabriele Brugnolo. Gilmo Dal Molin è un musicista, una brava persona di buon cuore, sempre disposto ad aiutare chi ne ha bisogno. Dopo una carriera da trombettista, ha investito i suoi guadagni in una villetta fuori porta per godersi la quiete della campagna; arriva però inaspettatamente una coppia di parenti, ricchi di pretese e poveri di riconoscimento, che occuperanno casa sua, approfittando della sua grande bontà. Una commedia brillante sulla famiglia, sul valore degli affetti e sull’importanza…della giusta distanza.
Prima della serata scopriremo il vincitore della ottava edizione di Monologando, concorso per monologhi teatrali inediti e consegneremo anche il Premio Morassutti alla commedia presente in cartellone e di maggior gradimento per il pubblico!
Nasce il Premio Morassutti per il Teatro
La Compagnia Arlecchino di Padova, dopo i festeggiamenti per i sessant’anni di attività nel 2020 che ha visto il ritorno in scena di una commedia, ancora in repertorio, per un confronto diretto con quanti hanno rappresentato la stessa commedia nei primi anni settanta, ha deciso aggiungere alla propria denominazione un omaggio al fondatore Morassutti.
La Compagnia Arlecchino è una delle Compagnie di prosa tra le più storiche della Città di Padova; si costituisce nel 1960 per volere e passione di alcuni dipendenti del Gruppo Aziendale Paolo Morassutti e da allora, in 49 anni di attività vanta una produzione di sessanta commedie, rigorosamente attinte dall’immenso patrimonio del teatro dialettale veneto.
Il nome Compagnia Arlecchino nasce a partire dal 1970 in seguito alla sua ristrutturazione ed all’arrivo di nuovi attori, ma soprattutto sotto la direzione del Cav. Mario Danieli, figura emblematica del teatro amatoriale patavino che ha seguito e diretto l’Arlecchino sin a pochi anni or sono.
La Compagnia ha partecipato con buon successo a numerose manifestazioni e concorsi nazionali, alle Rassegne delle Compagnie di prosa in Arena Romana in seno alle manifestazioni organizzate dal Comune di Padova, alla 1° Rassegna del Teatro amatoriale a Palazzo Grassi a Venezia, è stata ammessa alla 18° Rassegna Nazionale del Teatro Amatoriale dialettale al comunale di Faenza ottenendo ovunque lusinghieri successi di pubblico e critica ed in più occasioni ha portato spettacoli lungo l’Italia intera.
Come si è sottolineato, l’Arlecchino ha scelto fin dal principio il filone dialettale classico goldoniano senza tralasciare, ovviamente, autori del secolo successivo e citiamo ad esempio per tutti Giacinto Gallina, ma non sono stati tralasciati copioni di altri Autori che potremmo definire contemporanei. Le ragioni di questa scelta dimorano nella convinzione che il nostro vernacolo, di per sé stesso particolare per la sua sonorità, racchiude al pari di ogni altra forma dialettale di comunicazione, quelle precise caratteristiche che ben si sono adattate sin dagli albori alla trasposizione teatrale, segnando un preciso tratteggio della società e connotandone il periodo storico di appartenenza. Tra le numerosissime commedie in repertorio, citiamo le più rappresentate: le goldoniane “Sior Todero brontolon”, “Le donne gelose”, “La casa nova”, “La buona madre” (attualmente nel nostro repertorio) inoltre “Ostrega che sbrego” di Fraccaroli, “Nastro celeste in casa Cornero” di Giovanni Cenzato, la Commedia musicale “Fasso lamor xe vero” firmata sotto lo pesudonimo di Ludovico Ceschi (in realtà stesa a quattro mani dall’indimenticabile Cesco Baseggio ed il suo regista Carlo Ludovici) commedia che ricorda per certi versi il teatro del vaudeville e rappresentata fino a qualche anno fa con un numero vastissimo di repliche; “Xe rivà el Castigamati”, altra copruduzio-ne teatrale di Svetoni e Boscolo e “La Trovata del Sior Orazio” di Svetoni tradotta da Antonio Canova a cui si aggiunge “Sior Felice che cucagna” di Umberto Morucchio che tanto successo riscuote ancora nelle rappresentazioni che la compagnia continua a portare in giro per tutta la provincia e oltre con notevole gradimento da parte del pubblico.
Per celerare il traguardo la Compagnia, la famiglia Morassutti e Acli Arte e Spettacolo Padova hanno istituito un Premio da destinare alla miglior commedia in programma durante la tradizionale rassegna Su il Sipario; a decidere sarà lo stesso pubblico presente in sala tramite una votazione.
La passione e l’amore in comune per il teatro saranno il fondamento di questo premio così come la volontà di continuare a far vivere una tradizione a cui tutti dobbiamo molto.
Dopo alcuni alcuni anni di assenza causa Covid torna presso l’Auditorium di Galzignano Terme la Rassegna Teatrale giunta quest’anno alla sua ottava edizione, organizzata dalla Pro Loco Galzignano Valsanzibio in collaborazione col l’Assessorato alla Cultura del Comune e con la Direzione Artistica della Compagnia Teatrale LE ACQUE MOSSE.
Anche in questa edizione ci sarà una parte dedicata al teatro per ragazzi con entrata libera nelle domeniche 11 e 18 febbraio, inizio spettacolo ore 15.30 ed una parte dedicata al Teatro brillante dialettale dal titolo “A Teatro per ridere”. Saranno quattro sabati nei quali si esibiranno le migliori compagnie teatrali amatoriali del Veneto che garantiranno un sano divertimento e tantissime risate.
Questo il programma completo:
“Teatro per ragazzi”
Domenica 11 febbraio ore 15.30 la Compagnia Teatrale “Aigor” di Padova presenta:
L’USIGNOLO DELL’IMPERATORE
Domenica 18 febbraio ore 15.30 la Compagnia Teatrale “Benvenuto Cellini di Padova presenta:
I MUSICANTI DI BREMA
Info: Biblioteca 049.9131023 – Sandro 328.7183380
“A Teatro per Ridere”
sabato 17 febbraio Compagnia Teatrale “Dell’Imprevisto” di San Giorgio in Bosco presenta:
“EL MOROSO VECIO”
sabato 2 marzo Compagnia Teatrale “Dei papà” di Treviso presenta:
“A CIAVE DEL VECIO”
sabato 16 marzo Compagnia Teatrale “Nove etti e mezzo” di Badia Polesine presenta:
“PARCHEGGIO A PAGAMENTO”
sabato 23 marzo Compagnia Teatrale “Le Acque Mosse” di Battaglia Terme presenta:
“GALINA CANTA E GALO TASE”
Inizio spettacoli ore 21, ingresso euro 7 (gratuito per diversamente abili e minori fino ai 10 anni) info 328.7183380.
Acli Arte e Spettacolo Padova con il Patrocinio di Acli Padova, in occasione della Festa Provinciale del Volontariato nell’anno del Centenario della nascita di Italo Calvino, ha promosso il Concorso letterario “La Città invisibile” ispirato al libro del grande scrittore italiano.
Sul modello de “Le Città invisibili” abbiamo richiesto la realizzazione di un elaborato scritto che, partendo da un reale elemento architettonico, strutturale, storico o contemporaneo della città di Padova, sviluppasse un racconto che avesse come tema generale quello dell’inclusione, che nell’idealità di una città (con le sue tipiche caratteristiche) promuovesse azioni di contrasto alla povertà, all’inquinamento, all’emarginazione e all’isolamento delle periferie urbane.
La Direzione artistica del Premio ha scelto come vincitore il racconto
LA FORMA DEI DESIDERI DI PADOVA di Carmela Bertone
Il viaggiatore che entra a Padova percepisce una città che, attraverso le sue mutazioni, ha “dato forma ai desideri”. Più̀ tratti di cinta muraria di diversa origine e fattura, ne definiscono i vari perimetri originari. Come se il facoltoso, seppur fragile, nucleo umano temesse lo scontro con l’esterno e la paura prendesse forma in una cortina di mattoni. Da qui, il bisogno di essere cinto in un confortante abbraccio che disponesse gli abitanti all’immobilità. Un al di qua e un aldilà edificato dal sospetto. Dove non ci sono mura ci pensano i fiumi a tranquillizzare i pusillanimi. E così, leggendo tra pietre e costruzioni, si possono individuare i resti del recinto distrutti, ricostruiti e poi riedificati man mano che nel tempo la città si è allargata fagocitando nelle sue strutture le vecchie mura. La temerarietà di qualcuno ha assicurato, però, il collegamento con l’esterno: porte e ponti sono la traccia visibile del ricambio d’aria stagnante dell’interno. Le porte, nella nebbia, emergono come i biscotti galleggianti nel latte, dalle rassicuranti forme classiche: colonne, frontoni, leoni alati, archi. Il desiderio e la curiosità di conoscere coloro che sono aldilà soverchia la paura. Il simbolo di questo desiderio di contatto è rimasto suggellato nella cartamoneta in circolazione in Europa. Coloro che si spingono oltre le mura confidano nell’ignoto e scoprono che oltre la città ci sono altre vite con lo stesso respiro, che era sulla cima della torre di Babele prima che un dio decidesse di dividere l’umanità, e con diversa poesia. Oltre la città, il senso comune è solo un dato statistico e il buon senso può essere affidato a qualsiasi senso perché le percezioni non vengono alterate dalle paure o dai desideri ma sono quelle originarie preservate dall’aspirazione all’incontro con l’altro.
“Le città invisibili” si presenta come una serie di relazioni di viaggio che Marco Polo fa a Kublai Kan imperatore dei Tartari. A questo imperatore melanconico, che ha capito che il suo sterminato potere conta ben poco perché tanto il mondo sta andando in rovina, un viaggiatore visionario racconta di città impossibili… Quello che sta a cuore al mio Marco Polo è scoprire le ragioni segrete che hanno portato gli uomini a vivere nelle città, ragioni che potranno valere al di là di tutte le crisi. Le città sono un insieme di tante cose: di memoria, di desideri, di segni d’un linguaggio; le città sono luoghi di scambio, come spiegano tutti i libri di storia dell’economia, ma questi scambi non sono soltanto scambi di merci, sono scambi di parole, di desideri, di ricordi. Il mio libro s’apre e si chiude su immagini di città felici che continuamente prendono forma e svaniscono, nascoste nelle città infelici”
In questa raccolta troverete i racconti partecipanti
Gianluca Meis Presidente Provinciale di AAS e direttore artistico del premio
Nel ringraziare tutti i partecipanti al’ottava edizione del Concorso per Monologhi teatrali inediti di Acli Arte e Spettacolo Padova con il patrocinio della Sede Nazionale, siamo ad annunciare i nomi dei finalisti che porteranno i loro testi in scena durante la rassegna Su il Sipario per la votazione del pubblico.
In questa prima fase selettiva ha votato la nostra giuria coordinata dalla Direzione Artistica del Premio, e così composta: Roberta Lepri (scrittrice), Marianna Bonelli (fondatrice di Spritzletterario), Francesco Garasto, Miledi Poppi, Greta Berlese, Giuseppe Maretto e Paola Zapolla (Consiglieri provinciali di AAS)
Sono stati selezionati i seguenti monologhi:
Indifferenziata di Lisa Marton “Lo so, non vedete l’ora di rimproverare, di dubitare. Ingenua, sfacciata, avevi un vestito succinto? Te le vai a cercare! Te l’avevo detto. Se fai così è evidente che… Davvero è andata così? Eri ubriaca? Eri consenziente? Ti piaceva, ammettilo!“
Teresita di Marta Freddi “Dentro la sua cella, Teresita, ragazza perduta, pensa forte: ad occhi chiusi riascolta le grida del padre, sente il freddo della solitudine, e i chiodi appuntiti che lo sguardo dei giurati infilzava nelle sue carni.“
Il Lago dei cigni di Luca Carlotto “Io non reagisco, faccio finta di niente. Mi siedo al banco in terza fila, apro il diario e disegno. Disegno ballerini bellissimi, che volteggiano, che saltano, che piroettano. La grafite leggerissima ad esaltare lo sforzo, l’armonia, la bellezza.“
Audrey Hepburn di Pierluigi Longo “Si era sposata all’estero, la figlia, e il sogno di vestirla con le sue mani si era infranto all’Atelier Margot. I francesi, diceva, non si erano accontentati di portarle via la figlia, avevano voluto anche il suo sogno.“
Da segnalare come, quest’anno, gran parte degli elaborati pervenuti abbiano avuto come tema quello della violenza sulle donne e dei femminicidi: un’emergenza sociale che diventa emergenza narrativa, un bisogno evidentemente sentito e che trova nell’arte un veicolo privilegiato di discussione e condivisione. Appuntamento per la messa in scena dei lavori finalisti sarà con la rassegna Su il Sipario, in partenza dal 13 gennaio 2024 al Teatro Don Bosco a Padova
L’appuntamento con i finalisti sarà durante la rassegna Su il Sipario dal 13 gennaio 2024 al teatro Don Bosco di Padova
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