Acli Arte e Spettacolo Padova con il Patrocinio di Acli Padova, in occasione della Festa Provinciale del Volontariato nell’anno del Centenario della nascita di Italo Calvino, ha promosso il Concorso letterario “La Città invisibile” ispirato al libro del grande scrittore italiano.
Sul modello de “Le Città invisibili” abbiamo richiesto la realizzazione di un elaborato scritto che, partendo da un reale elemento architettonico, strutturale, storico o contemporaneo della città di Padova, sviluppasse un racconto che avesse come tema generale quello dell’inclusione, che nell’idealità di una città (con le sue tipiche caratteristiche) promuovesse azioni di contrasto alla povertà, all’inquinamento, all’emarginazione e all’isolamento delle periferie urbane.
La Direzione artistica del Premio ha scelto come vincitore il racconto
LA FORMA DEI DESIDERI DI PADOVA
di Carmela Bertone
Il viaggiatore che entra a Padova percepisce una città che, attraverso le sue mutazioni, ha “dato forma ai desideri”. Più̀ tratti di cinta muraria di diversa origine e fattura, ne definiscono i vari perimetri originari. Come se il facoltoso, seppur fragile, nucleo umano temesse lo scontro con l’esterno e la paura prendesse forma in una cortina di mattoni. Da qui, il bisogno di essere cinto in un confortante abbraccio che disponesse gli abitanti all’immobilità. Un al di qua e un aldilà edificato dal sospetto. Dove non ci sono mura ci pensano i fiumi a tranquillizzare i pusillanimi. E così, leggendo tra pietre e costruzioni, si possono individuare i resti del recinto distrutti, ricostruiti e poi riedificati man mano che nel tempo la città si è allargata fagocitando nelle sue strutture le vecchie mura. La temerarietà di qualcuno ha assicurato, però, il collegamento con l’esterno: porte e ponti sono la traccia visibile del ricambio d’aria stagnante dell’interno. Le porte, nella nebbia, emergono come i biscotti galleggianti nel latte, dalle rassicuranti forme classiche: colonne, frontoni, leoni alati, archi. Il desiderio e la curiosità di conoscere coloro che sono aldilà soverchia la paura. Il simbolo di questo desiderio di contatto è rimasto suggellato nella cartamoneta in circolazione in Europa. Coloro che si spingono oltre le mura confidano nell’ignoto e scoprono che oltre la città ci sono altre vite con lo stesso respiro, che era sulla cima della torre di Babele prima che un dio decidesse di dividere l’umanità, e con diversa poesia. Oltre la città, il senso comune è solo un dato statistico e il buon senso può essere affidato a qualsiasi senso perché le percezioni non vengono alterate dalle paure o dai desideri ma sono quelle originarie preservate dall’aspirazione all’incontro con l’altro.
“Le città invisibili” si presenta come una serie di relazioni di viaggio che Marco Polo fa a Kublai Kan imperatore dei Tartari. A questo imperatore melanconico, che ha capito che il suo sterminato potere conta ben poco perché tanto il mondo sta andando in rovina, un viaggiatore visionario racconta di città impossibili… Quello che sta a cuore al mio Marco Polo è scoprire le ragioni segrete che hanno portato gli uomini a vivere nelle città, ragioni che potranno valere al di là di tutte le crisi. Le città sono un insieme di tante cose: di memoria, di desideri, di segni d’un linguaggio; le città sono luoghi di scambio, come spiegano tutti i libri di storia dell’economia, ma questi scambi non sono soltanto scambi di merci, sono scambi di parole, di desideri, di ricordi. Il mio libro s’apre e si chiude su immagini di città felici che continuamente prendono forma e svaniscono, nascoste nelle città infelici”
In questa raccolta troverete i racconti partecipanti
Gianluca Meis
Presidente Provinciale di AAS e direttore artistico del premio